Nota dell´esecutivo nazionale dei Giovani Comunisti/e del PRC.
"Il protocollo sul welfare smentisce gli impegni presi in campagna elettorale da questo governo. La lotta contro la precarietà è stata sulla bocca di tutte le forze politiche durante la campagna elettorale ed era nel programma di governo.
Se questo è il risultato, evidentemente lo scollamento tra il governo e gli obiettivi che si era dato è drammaticamente grave. Questo provvedimento è in realtà del tutto inefficace ed infatti perpetua per un´intera generazione la prospettiva già assodata di una vita precaria.
Contemporaneamente attraverso l´accorpamento delle misure sul sistema pensionistico e di quelle su welfare e mercato del lavoro, il governo continua ad alimentare nel paese un presunto e strumentale conflitto generazionale che ci sentiamo di rifiutare in maniera netta.
Al di là della fiducia istituzionale che domani voteranno le camere, è certo che i precari e giovani non ripongono più le proprie aspettative in questo governo, le cui scelte non sono in sostanza condivise non solo in parlamento ma soprattutto nella società. Di una cosa siamo certi, la lotta contro la precarietà non si chiude domani, anzi trova nuove ragioni."
Roma 27.11.2007
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2 commenti:
Il problema è trovare le nuove forme di aggregazione e di lotta contro queste politiche.. Il fatto è che siamo considerati alla pari di Dini e la sua losca combriccola, le sue rivendicazioni valgono quanto le nostre se non di più. E non è per niente facile uscire da una situazione simile, per giunta con un sindacato che più di ogni cosa non vuole essere scavalcato a sinistra, e nel quale forse posso salvare la figura del segretario Epifani, che si trova a dirigere un'organizzazione nel quale il marciume dilaga incontrastato. Ma si può rompere coi sindacati? Il discorso è sempre lo stesso.. Non ne abbiamo la forza. Non sono ideologicamente contrario all'uscita del governo (ci mancherebbe!) ma vorrei capire come costruiremmo l'opposizione sociale, se i sindacati ci voltano le spalle - e lo faranno se usciamo dal governo, perché sarebbe di fatto una rottura e una critica esplicita alla loro politica. Si parla dei movimenti, ma di quali movimenti si parla? Prima bisognerebbe capire chiaramente quali sono i movimenti con cui realmente si può costruire una proposta alternativa di società. E poi, chi ha detto che i movimenti, e la gente stessa, i nostri elettori, vogliono che usciamo dal governo? Io non penso che la risposta sia così scontata, mentre è facile basarsi sulle sensazioni. Come è facile dire che bertinotti è un destro e che rifondazione è un partito socialdemocratico. A me sembra che anche i pensatori più lucidi si pongano il problema dell'alternativa alla presenza di rifondazione nel governo. Io penso che in questo momento siamo in un vicolo cieco, spalle al muro, ma che in ogni caso cedere sarebbe solo una sconfitta per tutti.
.. la lettura che tu fai è assai lucida e molto precisa sulla situazione politica attuale.
Però credo che ci siano tante sfumature che arricchiscono il quadro e che sfuggono inevitabilmente dai quesiti che tu ponevi. La nuova aggregazione a sinistra rischia di esprimersi, se non valutata in ogni sua formula ed espressione in una gabbia per Rifondazione. Questo, è chiaro, non deve esimerci dal cercare di costruire a sinistra del PD, ma bisogna stare attenti a tutte le dinamiche e passaggi nel e del quadro politico attuale.
Io ritengo fondamentale un unione a Sinistra quando prendo atto che l'unica soluzione possibile è fare fronte unico dentro la coalizione di governo e vedo la necessità di trovare interlocutori politici per portare avanti un sorta di opposizione interna che mi garantisca la discontinuità con le tendenze a volte liberiste di questo governo. L'unità a sinistra si esplica nella sua costruzione di alternativa nei confronti di uno spazio vuoto lasciato dalla Sinistra italiana. Una costruzione necessaria e fondamentale, che rappresenta una scommessa molto più rischiosa, che è quella di ridare e ricostruire una soggettività politica capace di riprendere le redini progressiste. Molti di noi, temono che il Partito stia camminando verso una deriva che liquidi l'esperienza rifondarola in nome di una nuova collocazione politica nell'arco istituzionale, passando da forza comunista a forza socialdemocratica, c'è chi si spaventa per un paventato scioglimento di rifondazione, chi si interroga su quale dovrà essere il simbolo della cosa rossa.
Tutte queste paure, è normale che vi siano, e comunque rimangano legittime, in fondo è ancora tanta l'acqua che deve passare sotto i ponti, ma credo che però stiamo vivendo tutti e tutte una fase di isteria collettiva, dettata da un accumulo di paure che sono più o meno infondate; nel senso che, credo che nessuno di noi abbiamo l'intenzione di liquidare l'esperienza di Rifondazione, anche perchè è un'esperienza che nasce dalla necessità di tenere in vita una forza d'alternativa, e non credo che i nostri gruppi dirigenti si prenderanno mai carico di fare una scelta politica così difficile e complessa che non produrrebbe assolutamente niente di positivo. E credo anche che nessuno cercherà mai di cambiare l'identità di rifondazione, e credo inoltre che quei passaggi vadano letti in un contesto diverso. Infatti, credo con ferma convinzione, che Rifondazione in questo momento non cerchi una nuova collocazione politica moderata, ma credo bensì che stia giocando il ruolo di motore propulsivo di una rinascita a Sinistra. Questo gioco può spaventare sicuramente tutti e tutte, ma è la grande scommessa politica per cercare di ri-costruire un identità politica a sinistra che rappresenti un' alternativa reale e seria alla deriva liberista e sfacciatamente filo patronale intrapresa dai vecchi gruppi della sinistra democratica e cattolica.
Una scommessa che spaventa tutti, ma allo stesso tempo è un rischio che tutti noi dobbiamo correre, non possiamo permettere che le nostre paure diventino fobie e che si manifestino unicamente in una bocciatura politica del nostro gruppo dirigente.
Da tempo sono fortemente convinto che la forma migliore di aggregazione a sinistra stia nel modello di una federazione delle diverse soggettività politiche, credo questo perchè è impensabile costruire un partito unico della Sinistra in cui dentro confluiscano soggetti con letture politiche metodi e fini assai distanti tra loro. Dico questo perchè l'unità a sinistra non inizia e non finisce con la creazione di un partito, che potrebbe conoscere in un breve periodo di storia la gioia della sua nascita e la tristezza della sua divisione interna e delle sue fratture. La federazione invece rimane la formula che maggiormente potrebbe indirizzare tutte queste forze in un dialogo continuo e costante che influenzerebbe fortemente tutte le attività amministrative. Risulta più facile confrontarsi volta per volta sulle questioni trovando strategie comuni e condivise che non mettere insieme in un calderone ideologico tutti. Ognuno, inoltre, con questa formula salverebbe le proprie esperienze e il proprio bagaglio culturale e politico e potrebbe confrontarsi senza troppe paure o crisi di isteria in un nuovo percorso politico. La sinistra italiana rinasce dalla presa di consapevolezza di se stessa e del suo peso politico all'interno della società, questo per dire che a differenza di come taluni pensano non si può costruire un soggetto forte ed unico e sommare la propria forza elettorale per capire quale sarà il peso futuro. Gli italiani sono stanchi di veder nascere partiti e partitini un giorno si e l'altro pure, sono stanchi di vedere giochi di palazzo che nascono con l'idea chiara di sfuggire dal giudizio del popolo. Per questo dobbiamo scommettere in questo nuovo percorso, per questo dobbiamo reagire in termini positivi a ciò che ci accade attorno, e poi credo che una volta tenuta salva l'esistenza del partito, una volta alzata ancora più in alto la nostra bandiera rossa, il simbolo della federazione sia solo il minimo problema politico per noi. Un cartello politico non svuota la nostra convinzione politica ed ideologica, non toglie colore o cancella un iconografia a noi tanto cara, credo che in questo momento la cosa più importante per noi tutti e tutte non sia salvare l'iconografia, ma sia salvare la nostra ideologia e lavorare nella società perchè da ora in poi tutti sappiamo chi noi siamo!
Il percorso che ci aspetta sarà lungo e tortuoso, un po’ come lo è oggi la situazione governativa, ma credo fortemente in quello che ha detto il nostro segretario ieri nel dibattito parlamentare sul protocollo sul welfare, questa sarà la nostra ultima possibilità per rifondazione, ma questo governo deve capire che anche a lui è rimasta solo un’altra possibilità da giocare!
Saluti comunisti Paolo
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