mercoledì 31 ottobre 2007

E' scattata l'ora X. Una riflessione-post 12 Ottobre

Ho trovato questo ottimo contributo sul sito nazionale dei gc a firma del responsabile scuola ed università, che seppur riferendosi a diversi giorni fà trovo ottimo spunto di discussione



di Domenico Ragozzino*

Non è l’ora X invocata dal ministro Fioroni, quella degli esami di riparazione, e non aspetterà il fatidico 31 agosto per entrare in vigore.
L’ora X è già qui, nell’aria delle scuole, nei visi preoccupati, stupiti ed arrabbiati degli studenti, nelle assemblee che si moltiplicano irrompendo nel tempo e nella routine.
L’autunno è cominciato, venerdi’ 12 ottobre le oltre 100 manifestazioni studentesche in tutta Italia sono state il prologo di una stagione che vogliamo rimetta al centro dell’agenda politica l’accesso ai saperi come un diritto di cittadinanza e la necessità di una riforma organica e partecipata della scuola e dell’ università.

Il decreto sugli esami di riparazione, deciso nel chiuso di una stanza ed annunciato con una conferenza stampa, è soltanto l’ ultimo provvedimento voluto dal ministro Fioroni, che senza nessun confronto e senza nessuna consultazione è stato imposto nel corso dell’ anno accademico.
Tanta retorica in un provvedimento che riporta nel passato la scuola italiana. Un provvedimento che, pur tra le invocazioni all’autorità ed alla severità, non risolve i problemi dei corsi di recupero, del modo perverso con cui vengono organizzati, dell’ assenza di finanziamenti straordinari per la formazione, che viene, invece, gestita dalle scuole e dagli enti privati. Enti privati che, dal canto loro, soffrono di uno strutturale conflitto di interessi, mentre garantiscono la formazione ed il recupero hanno la possibilità di interferire attraverso i consigli di amministrazione nelle scelte didattiche e nel organizzazione dello studio. Gramsci diceva che la cultura della destra è impregnata di mercato e di profitto ma la sinistra o basa la sua politica sulla cultura e la conoscenza o rischia di rincorrere le destre sui suoi temi.
E’ per una chiara inversione di tendenza del governo che continueremo ad essere nelle piazze. Per questo lo sciopero studentesco non può avere fine il 12 ottobre, ma deve diffondersi nelle scuole e nelle facoltà, estendersi nella consapevolezza ed alla partecipazione di ogni student*, attraversare la manifestazione del 20 ottobre contro la precarietà con uno spezzone del mondo della conoscenza e quella del 17 novembre per la liberazione dei saperi.
Abrogare la riforma Moratti e l’ alternanza scuola lavoro, investire nella scuola pubblica, nel diritto allo studio, nell’edilizia scolastica, in un reddito per tutti i soggetti in formazione: questo è il mandato che ha ricevuto il ministro Fioroni, questa la domanda di cambiamento che ha abitato i territori della formazione negli anni dell’opposizione alla Moratti, questa l’ unica strategia per garantire una scuola inclusiva per tutti.
Oggi bisogna tradurre questa presa di parola collettiva in un progetto politico, in un modello di formazione della sinistra. E’ con questa ambizione ha preso vita il progetto politico di student*sX il network nazionale studentesco che a Roma in un assemblea nazionale ha rimesso in connessione collettivi e reti di studenti di sinistra, per rilanciare le prospettive dell’ autunno, per autoconvocare gli stati generali della conoscenza come unico luogo legittimato a scrivere un nuovo modello di formazione.
E’ di questo che abbiamo bisogno. La politica delle piccole riforme, del “cacciavite” non offre risposte adeguate alla crisi sociale in cui versa la nostra generazione, ai disastri prodotti dalla Moratti. Infatti la scuola e le università sono i luoghi dove nasce e si sviluppa la democrazia, la coscienza critica, dove si introiettano gli strumenti di elaborazione, di un interpretazione individuale e collettiva della realtà. Nei tanti sud del nostro paese, nelle periferie, i templi del sapere rappresentano un microcosmo di ricomposizione sociale, dove si materializzano e prendono vita le contraddizioni, le solitudini, le violenze, i mille volti della precarietà che accompagnano la condizione giovanile. La nostra generazione vive una crisi profonda, un intero anno scolastico è stato raccontato dalla crudezza della cronaca nera, bullismo, omofobia, overdose e suicidi senza che la politica oltre a scandalizzarsi, montare telecamere ed affidare la sicurezza a poliziotti in borghese ed a provvedimenti disciplinari sia intervenuta. Noi nella nostra parzialità vogliamo partire dalle aule autogestite,dalle scuole dell’ antimafia sociale, spazi pubblici aperti nel pomeriggio ai territori consapevoli che nessun CEPU e nessun ente privato potranno offrire un alternativa.

* Resp. nazionale studenti G.C.

lunedì 29 ottobre 2007

La cultura è ricchezza, non facciamo portare via anche quella!

LA PROTESTA «Uniti per difendere l’ateneo a rischio»

NUORO. «Le notizie che continuano ad apparire sui quotidiani locali in questi giorni ci allarmano». I Giovani comunisti si sentono in dovere di difendere il polo universitario nuorese «coscienti del fatto che quel centro rappresenta un punto di riferimento per tutti quegli studenti che per ragioni socio-economico o personali hanno scelto di frequentare i corsi nel capoluogo Barbaricino». Per loro quindi l’università va difesa con l’impegno di tutti e tutte, come «ricchezza culturale» da non perdere e che in prospettiva vorrebbero vedere crescere e migliorare. «Sono tanti infatti gli studenti fuori sede provenienti da Nuoro e provincia - aggiungono nella nota - che affollano i due poli di Cagliari e Sassari. Stiamo parlando di numerose famiglie che fanno grandi sacrifici economici per poter permettere ai loro giovani figli di poter proseguire i loro studi, famiglie che sborsano innumerevoli soldi in vitto, alloggio, libri e mezzi di trasporto». E tutto perché nella provincia non si riesce a costruire un polo che possa garantire dei «corsi formativi capaci di rispondere alle esigenze» del bacino d’utenza provinciale e non.
«Noi siamo e saremo affianco agli studenti dei due corsi distaccati di scienze politiche - affermano Paolo Meloni e Claudia Seddone - e ci impegneremo in qualsiasi percorso di lotta loro vogliono intraprendere, perché sia come studenti universitari sia come giovani della provincia di Nuoro conosciamo e comprendiamo la loro situazione».
I Giovani comunisti invitano pertanto la società e tutte le forze politiche a unirsi «perchè si salvino questi corsi e perché in futuro non tanto prossimo Nuoro diventi un reale polo universitario capace di dare oltre alla diversificazione di corsi, la possibilità di accedere a servizi per gli studenti».
Per loro l’obbiettivo deve essere quello di garantire ad una popolazione già abbastanza martoriata dalla crisi industriale e agricola un diritto minimo che si chiama libero accesso ai saperi.
«Questo un bene - concludono - che già paghiamo a caro prezzo quando si pagano le tasse universitarie, un bene comune che nella nostra provincia va difeso con tutti gli strumenti. La cultura è ricchezza, non facciamoci portare via anche quella!».

Nuovo blog per i GC di Nuoro..

on line il nuovo blog dei gc...
un nuovo spazio di discussione e confronto..
un nuovo spazio per confrontarsi e fare politica...
un nuovo spazio per continuare la lotta!

Ora e sempre RESISTENZA!